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Virtus Biella / Settore Giovanile  / Mattia Pesce: «Allenare è una vocazione… Che sfida per l’Under 15!»

Mattia Pesce: «Allenare è una vocazione… Che sfida per l’Under 15!»

Intervista al Responsabile del gruppo Under 15.

Mattia, cosa ti ha portato a diventare un allenatore di volley?
«Ho praticato pallavolo fin da piccolo, poi basket pur rimanendo sempre legato al mondo del volley. Ho ripreso a giocare e mi sono convinto che il livello che avevo raggiunto per me era il limite massimo. Dopo varie esperienze ho avuto l’occasione di entrare in Virtus Biella. Mi piace il mondo che ci gira intorno. Qui ho la possibilità di continuare ad allenarmi, ad allenare ma soprattutto di relazionarmi con persone nuove. Nella vita faccio l’insegnante, alla fine in parte è la mia vocazione».

Alleni l’Under 15, l’annata 2007. Qui si inizia a parlare di agonismo. Vista la particolare situazione che stiamo vivendo per il Covid, con questo gruppo hai trovato differenze rispetto alla scorsa stagione?
«Il gruppo è rimasto identico ed è composto da ragazze volenterose. Giocano a pallavolo per divertirsi. Ma è anche un impegno da coltivare. È chiaro che quest’anno tutte si ritroveranno davanti a una sfida molto importante, che credo non sia paragonabile a nessun’altra sfida sul campo: questo gruppo si ritroverà a giocare una categoria superiore a quella che avrebbe dovuto fare, perché l’anno scorso ha affrontato l’under 13 e avrebbe dovuto iscriversi alla categoria under 14 quest’anno. In realtà questa fascia d’età è stata tolta e quindi invece di fare un annata diciamo “più protetta” (con pari età, rete bassa e dove si iniziava a introdurre alcune componenti e principi di gioco più avanzati, in un contesto controllato) oggi si ritrova a dover competere con ragazze più grandi e dall’esperienza maggiore. Oggi no ovviamente, ma quando potremmo tornare a giocare».

È un bel salto per ragazze così giovani…
«Sai, nel giro di pochi giorni per loro la rete si è alzata di dieci centimetri e le squadre da affrontare saranno forti. Si trovano davanti molte difficoltà».

Un gap importante…
«Esattamente. A questo gruppo mancano sei mesi di lavoro. Lì impari a battere e ricevere dall’alto e a capire il tuo ruolo in campo. Un lasso temporale molto compresso. Quando potremmo ritornare in campo affronteremo squadre molto più avanti di noi, avremmo di fronte maggiori difficoltà e le ragazze dovranno essere brave a saper soffrire. Dovranno capire che non è colpa loro: la situazione attuale impone tutto questo».